Deprinter la stampante che cancella
23 Marzo 2012Per limitare lo spreco di carta e fornire soluzioni pratiche agli utilizzatori ‘office’, all’Università di Cambridge si sta mettendo a punto un prototipo di una speciale ed innovativa ‘destampante’, vocata alla tematica green.
Il termine destampante (forse sarebbe meglio chiamarla eraser o deprinter) l’ho appena coniato per definire un dispositivo che in realtà non stampa, ma cancella quello già stampato da altre macchine.
Grazie ad una ricerca portata avanti da Julian Allwood del dipartimento di Ingegneria della Università di Cambridge assieme al giovane ricercatore David Leal-Ayalae presentata ufficialmente a livello mondiale dal Massachusetts Institute of Technology, si mostra una macchina in grado di cancellare fisicamente l’inchiostro dai fogli già precedentemente stampati.
Per fare un paragone più facilmente comprensibile, il sistema assomiglia un po’ alla tecnica usata per rimuovere i tatuaggi dalla pelle.
Un fascio laser speciale colpisce il foglio inserito nella destampante e, individuando preventivamente le zone inchiostrate, ne va ad eliminare le micro particelle di colore lasciate dal toner vaporizzandole con l’impulso laser mirato nella zona.
Il tutto senza alcuna reazione chimica che potrebbe destare problemi all’ambiente e alla salute.
Si tratta di un fascio laser ad impulsi di colore verde; il colore non tanto per l’abbinamento al colore usato tendenzialmente nelle tematiche ambientali, ma per la sua particolare caratteristica di lunghezza d’onda ed energia che è risultato il più adatto a questo scopo (sembra che il segreto stia nello sparare rapidissimi e brevissimi fasci laser da 532 nanometri e dalla durata di circa 4 nanosecondi).
Il processo, in verità, funziona esattamente al contrario del processo di stampa e potrà essere ripetuto anche più volte per lo stesso foglio senza far perdere alla carta alcuna caratteristica saliente di consistezza e di colore; il procedimento potrà assicurare, escludendo il costo della macchina, un reale risparmio di questa materia prima così tanto preziosa.
Per ora i ricercatori fanno sapere che il risultato è ampiamente accettabile e viene garantito un buon processo di ripulitura se non supera 3 o 4 cancellazioni per foglio al massimo (oltre questo numero di utilizzi sembra che il foglio tenderebbe a rovinarsi e ad ingiallirsi oltre i limiti accettabili).
In ogni caso, da un calcolo economico, l’effettivo risparmio sembrerebbe garantito già con soli 3 cicli di recupero da cancellazione e l’acquisto sembrerebbe già conveniente anche per un ufficio di poche persone che fanno un uso massiccio di carta e di stampe (uno studio legale e notarile anche se piccolo ne potrebbe essere un esempio).
Resta ora da chiarire:
– il costo che un apparecchio del genere potrebbe avere
– il pericolo di chi potrà utilizzare una simile tecnologia per usi impropri (qui i falsari festeggiano)
– il pericolo per la salute dovuto a sostanze e micropolveri provenienti dalla carta e dal toner sublimato dal laser che si disperderebbe in aria senza controllo.
Per ora la ricerca è ancora in corso e, anche se è un po’ presto per parlare di una commercializzazione su larga scala, sono in atto miglioramenti in termini di funzionalità ed efficienza.
Ci è sconosciuto sapere se la questione sicurezza da frodi e falsificazioni sia stata presa in considerazione*, ma è scontato immaginare che un prodotto del genere possa far gola a gente senza scrupoli pronta a modificare, truccare o cancellare parti di documenti, firme, titoli o contratti a proprio favore o per conto di eventuali terzi!
*) In realtà la tecnologia di cancellazione a mezzo radiazione laser è una tecnica già conosciuta ed applicata da molti anni in particolari nicchie di attività, ma finora non veniva considerata interessante in quanto richiedeva apparecchiature e tecnologie dai costi proibitivi ed assolutamente sconvenienti ai fini delle truffe.
Meditiamoci un attimo e… tanti saluti.