Microchip in plastica, etichette parlanti, display arrotolabili
24 Aprile 2008La prossima generazione di microchip sarà costruita in plastica e non più in silicio, e saranno costruiti con un processo simile alla stampa ink jet. Lo rivela il Financial Times, secondo il quale la nuova tecnologia consentirà di abbassare del 90% i costi di produzione dei circuiti elettronici. La Plastic Logic, un’impresa britannica di Cambridge, ha annunciato di aver investito 100 milioni di dollari nel nuovo impianto di produzione, che sarà costruito alla fine del prossimo anno a Dresda, in Germania. La nuova tecnologia, secondo il direttore di Plastic Logic, Hermann Hauser, potrebbe rivoluzionare il settore dell’abbigliamento, introducendo abiti intelligenti, in grado di suggerire gli abbinamenti dei colori, o il tipo di vestito da usare in determinate occasioni. Nel team dell’azienda lavora anche Thomas Brown, un ricercatore nato e vissuto a Roma, da madre italiana e padre inglese, che, dopo aver conseguito la laurea in fisica all’università romana La Sapienza, è partito per frequentare un corso post laurea a Cambridge e lì è rimasto, fino a diventare «responsabile dei materiali dielettrici e della deposizione dei film su larghe aree» della Plastic Logic. «L’innovazione – afferma Brown – consiste nell’usare la tecnologia dell’industria della stampa per produrre circuiti elettronici». Finora, infatti, i circuiti sono sempre stati realizzati con materiali inorganici come il silicio, molto costosi da lavorare «perché – precisa Brown – richiedono un alto vuoto, alte temperature e processi di fotolitografia molto onerosi». Con queste nuove tecnologie, invece, i costi di produzione «risultano molto più bassi – dice il ricercatore italiano – e si riduce anche l’impatto ambientale, visto che non ci sono sprechi e i solventi usati nella lavorazione sono molto meno dannosi dei gas tossici utilizzati dall’industria del silicio». «Le applicazioni principali dei circuiti plastici – sottolinea Brown – sono soprattutto due. Innanzitutto gli schermi piatti, che potranno essere prodotti su substrati flessibili a basso costo. E poi l’etichettatura elettronica in radiofrequenza, che sfrutta, appunto, la Rfid, cioè la Radio frequency identification. É il caso dei codici a barre che potranno essere letti senza il contatto del lettore. Così al supermercato, per esempio, non dovremo scansionare ogni oggetto. Se poi abbiamo un frigorifero che utilizza la stessa tecnologia e che magari è anche collegato a Internet, potremo essere avvisati della data di scadenza di un prodotto e ricomprarlo online, senza muoverci da casa». Nel 2001 la Plastic Logic ha vinto l'”European Technology Innovation Award” del «Wall Street Journal Europe», classificandosi prima nella categoria “Base Technologies”. Di seguito potete visionare dei filmati di esempio di alcuni prodotti ancora a livello prototipale realizzati dalla Plastic Logic.