Quando l'Italia era al top

21 Maggio 2009 0 di Elvio

L’ELEA 9003 è stato il primo supercomputer interamente a transistor mai costruito al mondo. Fu prodotto in Italia, dalla Olivetti, nella seconda metà degli anni cinquanta. Per quei tempi fu un sistema di altissime prestazioni concepito e sviluppato da Mario Tchou.

Il suo nome ELEA, è acronimo di Elaboratore Elettronico Aritmetico, con un richiamo alla famosa scuola filosofica della Magna Grecia.
Del suo design (ai tempi Olivetti era molto attenta anche a questo) fu incaricato l’architetto Ettore Sottsass, e nel 1959 fu presentato alla fiera campionaria di Milano dove vinse il Compasso d’Oro, il premio annuale per il miglior design industriale.

Della serie ELEA furono sviluppate tre generazioni successive, denominate 9001, 9002 e 9003, ma solo l’ultima fu realizzata interamente a transistor, divenendo il primo elaboratore commerciale al mondo costruito completamente con tecnologia a stato solido (a quei tempi si usavano ancora le valvole).

Elea 9001 (Macchina Zero) prototipo a valvole con montaggio a fili liberi con una parte a transistor al germanio dedicata alla gestione dei nastri. Il sistema venne completato della primavera 1957 e in seguito venne inviato a Ivera dove per 6 anni controllò i magazzini di produzione di Ivrea. La macchina era solo un prototipo ed i tecnici impiegarono circa un anno e mezzo per affinare la macchina durante il suo esercizio.

Elea 9002 (Macchina 1V) prototipo a valvole con circuiti stampati e progetto ottimizzato, molto più veloce del predecessore e utilizzante dei transistor al silicio per la gestione delle unità a nastro. La macchina viene utilizzata come test per l’uso dei transistor (infatti questi si dimostrano più affidabili e economici delle valvole).

Elea 9003 (Macchina 1T) progettata interamente a transistor in tecnologia Diode-transistor logic dall’ottobre 1957, fu il primo computer commerciale totalmente a transistor del mondo. Quest’ultimo, fu l’unico calcolatore realmente commercializzato (in circa 40 esemplari), il cui 1º campione (Elea 9003/01) fu installato alla Marzotto ed il 2º (Elea 9003/02) alla Banca Monte dei Paschi di Siena che poi lo donerà all’ITIS Enrico Fermi di Bibbiena (Arezzo). Un sistema 9003 acquistato dalla NASA fu destinato alla progettazione del Saturn V.

Per il valore simbolico della macchina, e per la gloriosa storia che conserva, si è deciso di restaurare e riportare in vita la macchina N.2 ancora splendidamente conservata all’ITIS di Bibiena.
Per questo il Prof. Stefano Del Furia, responsabile del dipartimento di Informatica dell’ITIS, insieme con il Prof. Angiolo Balducci della specializzazione di Elettronica, l’aiutante tecnico Daniele Giuliani, col prezioso aiuto del Sig. Mario Babbini, e del Dott. Franco Filippazzi (uno dei componenti del gruppo di progetto ELEA nel Laboratorio Ricerche Elettroniche Olivetti di Pisa, qui trovate un suo documento), si sono prodigati al progetto. Nel frattempo è stato messo online, sul sito dell’ITIS Fermi, una sezione totalmente dedicata all’ELEA 9003 e un blog apposito nel quale poter seguire l’andamento delle fasi di restauro, è presente anche una consistente galleria fotografica.

Visite

E’ possibile inoltre prenotare delle visite guidate ai laboratori dell’istituto, che da circa trent’anni ospita il famoso elaboratore (che occupa una superficie di circa 200 mq), insieme agli strumenti di controllo dell’epoca, i pezzi di ricambio e la manualistica. La visita, in gruppi di 10, dura circa 1 ora e permette di vedere filmati d’epoca, documentari inediti ed il laboratorio dove è sistemato il calcolatore.

Eventi

Nei giorni 11 e 12 giugno 2009 a Pisa questo calcolatore sarà protagonista, insieme ad altri eventi del periodo, nelle celebrazioni per i 50 anni dalla fondazione della Calcolatrice Elettronica Pisana (nata su suggerimento di Enrico Fermi durante una sua visita all’Università dove aveva studiato): un’occasione per ricordare i tempi in cui l’Italia era all’avanguardia anche nelle nuove tecnologie.

La storia del calcolatore

Il supercomputer Olivetti entrò nel mercato alcuni mesi prima della Siemens (con il suo modello 2002, non totalmente a stato solido) e molti mesi prima dei prodotti IBM.

La potenza di calcolo è rimasta nettamente superiore a quella dei suoi concorrenti per alcuni anni, e l’uptime (come per tutti i computer dell’epoca), era inferiore al 50%, specialmente nella periferica a nastro
Questo significava avere a disposizione il computer funzionante tra la tarda mattina ed il pomeriggio-sera per poi riconsegnarlo ai tecnici.

Per la produzione di queste macchine e la necessità di disporre di una altissima qualità e quantità di componenti semiconduttori (300.000 transistor e diodi molto affidabili per ogni calcolatore), convinse Adriano Olivetti a realizzare una fonderia denominata SGS in cooperazione con la società Telettra. La SGS (Società Generale Semiconduttori) in seguito diventerà poi la ST Microelectronics ancora nel mercato.

Il computer gestiva 5 parole da 6 byte (più un bit di parità), le memorie erano a nuclei di ferrite e le frequenza di clock era di 100 kHz. La capacità di calcolo era compresa tra 20 e 160 mila parole al secondo. Il sistema era dotato di un compilatore Fortran (il linguaggio più diffuso all’epoca).

Furono successivamente sviluppate versioni ridotte in potenza e prezzo (la famiglia ELEA 6000) con memoria di microprogramma, con circa 170 esemplari prodotti ed anni dopo l’ELEA 4000.

I prodotti andavano bene e i laboratori avevano già iniziato a sviluppare il successore del 9000 con una nuova architettura e nuovi linguaggi di programmazione (il PALGO, un derivativo dell’ALGOL e un assembler PSICO). Quando la morte per incidente stradale dell’ingegnere Olivetti e di Tchou misero un freno al lavoro del laboratorio che in seguito venne venduto alla General Electric, questo segnò al fine dei calcolatori ELEA.
Io credo che fu una vera disgrazia per l’Italia intera. Saluti