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31 Gennaio 2008Qualche anno fa ho deciso di realizzare uno studio di registrazione ad uso esclusivamente personale.
Tale decisione è stata dettata dall’esigenza e dalla voglia di crescere musicalmente, attraverso il delicato percorso che l’incisione di un CD comporta.
Avendo a disposizione un ambiente vuoto in un casa di campagna (realizzata in tufo con murature di circa 65 cm di spessore, e dalle dimensioni 5,57 m di lunghezza, 4,46 m di larghezza e 3,34 m di altezza), dopo essermi documentato da varie fonti bibliografiche e con l’aiuto di 2 persone care quali Piero Rossi di Multimaster (con ore di telefonate appassionanti), e Antonio Posillipo (mio angelo custode), ho iniziato a provvedere all’isolamento acustico dell’ambiente mediante pannelli in cartongesso (1 cm di spessore) abbinati a lana di roccia (spessore 2 cm) disposti sulle pareti.
Successivamente ho fatto realizzare delle tube traps in spugna, disponendole agli angoli e lungo i punti di connessione tra le superfici verticali e orizzontali, per poi aggiungere dei pannelli fonoassorbenti bugnati dallo spessore di 2,5 cm e ricoprendo parzialmente la parete dietro i monitor e il soffitto.
Il passo successivo è stato quello di realizzare una pedana in legno di abete con struttura portante a stella, per poi aggiungere un’altra pedana più piccola al di sopra, ricoperta da un comune tappeto da salotto.
Per migliorare l’acustica, la qualità del suono e la sua diffusione ho realizzato dei pannelli forati (basati sul principio dei risuonatori di Helmotz) disposti sulle pareti laterali in maniera asimmetrica, e sul pavimento.
Sulla parete di fronte, alla postazione del chitarrista, ho collocato un diffusore a residuo quadratico realizzato in abete. Gli elementi sovracitati sono stati realizzati manualmente, avvalendomi del supporto tecnico del manuale di acustica di A. Everest, e le uniche verifiche della loro validità sono state fatte empiricamente, ascoltando volta per volta il variare del suono man mano che si aggiungevano elementi o ne si cambiava la disposizione.
Con questa disposizione ho inciso:
Bach, Duarte, Giuliani, Weiss, Villa – Lobos, Di Donato.
Dopo uno degli incontri con Piero Rossi, è stata eliminata la pedana superiore con il tappeto ed ho registrato le 6 miniature di Zaccari.
Inoltre durante l’anno trascorso sono state effettuate delle modifiche anche all’hardware e all’outboard costituiti da: D.A.W. : processore Pentium 4 2,86 Ghz, due HD SATA da 80 e da 40 Gb, Scheda video dual head Matrox 550, 512 Mb Ram (Samsung 333 Mhz), Scheda madre Asus p4pe con chipset Intel 845, interfaccia audio Echo Digital Mia, masterizzatore Yamaha 4x,.
Outboard: Preamplificatore SPL Goldmike, 2 microfoni a condensatore cardiodi Neumann KM 184, cavi Proel professional con jacks cannon Neutrik, casse monitor Yamaha MSP5, cuffie AKG 240 m con relativo preamp Behringer Powerplay Pro.
Successivamente ho acquistato dei convertitori esterni RME Adi 2 A/D-D/A con uscita ASEBU con i quali ho registrato:
Bach, Zaccari, Duarte, Weiss (due danze)
Le registrazioni sono state effettuate tutte con tecnica di ripresa XY 90° tranne le variazioni op. 107 di Giuliani effettuate con tecnica di microfonaggio quasi coincidente (tecnica NOS più ravvicinata).
La distanza tra la fonte sonora e le capsule microfoniche varia tra i 50 ed i 90 cm.
Gli strumenti musicali usati sono:
– chitarra classica Kohno 50 special del 1991 (abete, palissandro Rio, mogano ed ebano) con cui ho registrato M. Giuliani
– chitarra classica Gioachino Giussani) con cui ho registrato tutti gli altri brani.
Come software ho utilizzato Wavelab. Ai brani di Villa-Lobos e di E. Di Donato sono stati aggiunti riverberi con plug ins. Tutti gli altri brani non sono stati editati con alcun effetto o altro.
Voglio ringraziare di cuore, Piero Rossi della Multimaster, senza il quale non credo sarei arrivato a capire forse il 40% di questo mondo, chissà forse anche meno.
Una delle tante sorprese è stata la richiesta da parte di riviste specialistiche di chitarra di argomenti di home recording, ho avuto la soddisfazione di parlare di microfoni, ambiente, diffusione acustica, catene audio etc. etc. insieme a Piero in alcuni numeri.
La sorpresa è stata doppia quando le centinaia di email ricevute, erano piene di complimenti per la sostanza degli argomenti trattati, in un mondo dove alcuni professionisti credevano (forse credono ancora) di sapere tutto. Moltissimi al Meet Milano 2007 dove ero per un concerto, mi hanno ringraziato per la novità introdotta in merito all’ambiente e all’hardware per le registrazioni casalinghe; anche Sky mi ha ripreso mandando la registrazione qualche settimana dopo.
Se adesso mi trovo a produrre registrazioni che molti hanno definito di “alta Qualità” con prove fatte all’HI-End 2007 a Roma, lo devo a questi “matti” della Multimaster, dei gulliver che dichiarano di essere persone semplici e normali, incredibili a dir poco.
Mi sono commosso quando l’Ing. Renato Giussani mi ha detto che le ultime registrazioni del mio prossimo CD gli sono sembrate ok, l’ascolto lo abbiamo fatto insieme, nelle sue meravigliose Delta3, casse che dicono chi sei e dove stai andando …
Voglio continuare il sodalizio Piero Rossi e Co, che concorda con me nel cercare di registrare una chitarra classica col suono di chitarra classica semplicemente.
Angelo Barricelli
classical guitarist