Progetto Idropower: l’energia che viene dall’acqua

21 Dicembre 2011 0 di Elvio

Il principale responsabile dell’effetto serra è ormai risaputo sia l’anidride carbonica.
– all’inizio del secolo la CO2 nell’aria era pari a 290 ppm (parti per milione) ora siamo a circa 380 ppm
– la combustione è il maggior responsabile delle emissioni di gas serra (quasi l’80% in Italia)
– le previsioni dei consumi di energia per il prossimo futuro fanno prevedere un continuo aumento delle emissioni di CO2 e della sua concentrazione in atmosfera, a meno di sostanziali cambiamenti del sistema energetico generale.

L’invenzione del secolo

Dalle Marche, un gruppo di ricerca sta studiando un carburante estratto dall’acqua molto promettente per il futuro.

Sembrerebbe una favola perché il carburante è sicuro, ha una resa calorica paragonabile alla benzina, non produce inquinanti dopo l’uso, è di semplice stoccaggio, è riusabile all’infinito e richiede solo acqua ed energia elettrica per produrlo.

Ma cosa è in realtà:
– un composto liquido a base d’acqua non inquinante e non tossico
– un possibile vettore energetico
– un carburante veramente ecologico
– un sistema energetico stabile, non infiammabile e di facile stoccaggio

I suoi punti di forza:
– similmente all’idrogeno può diventare un componente ideale di un sistema energetico ecosostenibile.
– può essere impiegato in diverse applicazioni (dalla generazione e cogenerazione elettrica fino al riscaldamento) con impatto ambientale praticamente nullo
– viene prodotto da una materia prima inesauribile e diffusissima come l’acqua
– terminata la sua funzione torna ad essere acqua pura pronta per essere convertita nuovamente in carburante

Cosa promette il progetto già da oggi:
– riuso totale del prodotto (compresa l’acqua del composto) e delle attrezzature di produzione
– rendimenti paragonabili ai carburanti tradizionali
– consumi più che dimezzati rispetto a carburanti tradizionali
– accumulo energetico illimitato, sicuro, non pericoloso, non inquinante, non infiammabile, non tossico
– adattissimo per accumulo ed immagazzinaggio energetico illimitato proveniente da fonti energetiche rinnovabili
– una volta sfruttato, il carburante torna acqua pura riutilizzabile infinite volte per produrre nuovo carburante

Proviamo a raccontarlo meglio:
Il carburante viene prodotto solamente da due processi differenziati
1) produzione del catalizzatore
2) produzione del carburante gassoso

produzione del catalizzatore
La prima fase è piuttosto complessa e richiede un processo industriale controllato, ma non pericoloso né tossico.
Partendo sempre dalla base di acqua pura, si genera un composto che servirà da additivo alla fase successiva.
In questa fase si ha la possibilità di usare fonti rinnovabili per la produzione e l’eventuale magazzinaggio è semplicato perchè trattasi di liquido innoquo, stabile e non inquinante.

produzione del carburante gassoso
In questa fase il prodotto additivo viene combinato con acqua pura (in percentuale del 4%) e immesso in speciali celle elettrolitiche (anch’esse non inquinanti anche quando sono esaurite).
Il composto acquoso ottenuto rimane ancora stabile, sicuro e non tossico, ma si preferisce effettuare questa operazione sul luogo dove serve il consumo del carburante per abbassare i costi di trasporto (è molto più economico trasportare 1 Kg di catalizzatore che 25 Kg di miscela di acqua).
Il prodotto, scisso dalle celle di elettrolisi, è uno strana molecola gassosa che è una combinazione di idrogeno ed ossigeno (quindi combustibile e comburente insieme) adattissimo per alimentare motori alternativi tradizionali o rotativi (tipo wankel) o turbine per uso di generazione elettrica e cogenerazione (non consuma ossigeno aggiuntivo dall’ambiente).
Il gas ottenuto, trattandosi di un prodotto infiammabile gassoso ad alta energia, andrà usato man mano che verrà prodotto per evitare di doverlo accumulare ed evitare ogni possibile rischio.

Alla fine del ciclo, il carburante combusto torna allo scarico del sistema come acqua pura al 100% che andrà raccolta per ricreare il liquido di base da immettere nelle celle elettrolitiche (in aggiunta all’addidivo).

Ora facciamo due conti ed analizziamo il bilancio energetico:
Il processo di produzione non richiede materiali costosi e consideriamo irrisorio il costo dell’acqua distillata (perché si recupera quasi totalmente alla fine del processo)
– per la prima fase, la produzione del catalizzatore richiede circa 1 KWh di energia per litro di prodotto realizzato.
– per la seconda fase, con celle elettrolitiche ed un consumo di 4 KWh si può convertire un litro di composto e generare circa 1,8 metri cubi di gas. A seconda dell’imipego si possono ottenere potenze utilizzabili da circa 10 ai 15 KWh a seconda delle efficienze dei motori utilizzati.

Il sistema quindi promette un bilancio molto positivo (anche di 4 volte e più) se si fa uso di motori appositamente studiati.

A chi si chiederà da dove provenga il resto dell’energia prodotta dal sistema, la risposta la troviamo sulla famosa legge di Einstein E=M*C2.

Il progetto è partito 6 anni fa ed è in buono stato di avanzamento. E’ rimasto da finanziare il programma di sviluppo per la prossima commercializzazione degli apparecchi. Gli interessati contattino la redazione e daremo ragguagli più precisi.

Mauro Noviello

Di seguito un filmatino dimostrativo di una piccola applicazione di cogenerazione basata sul progetto Idropower. Saluti

 

 

 

 

 

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